Degli Imprinting
“Un paese ci vuole, non fosse altro
che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere
che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che, anche
quando non ci sei, resta ad aspettarti.”
Cesare Pavese, "La luna e i falò".
In questo locus amenus ha avuto origine la mia famiglia. Diverse generazioni di Bilotti si sono susseguite, tra le strade e i palazzi antichi, trasmettendo il testimone, prima che potesse cadere loro dalle mani. Io e i miei fratelli vi abbiamo trascorso, purtroppo, solo qualche estate della nostra infanzia, ma portiamo con noi la dolcezza di quei ricordi, come istantanee fisse nella nostra memoria.
Ricordo, con nostalgia, l’afa e il caldo sole di agosto, che mi bacia la pelle. E poi, ancora, le risate dei miei fratelli, che si confondono con l’odore di terra appena smossa, le mani appiccicose e sulla lingua il sapore di more appena raccolte. Passavamo gran parte del nostro tempo, e forse quello più significativo, a casa di uno zio (con cui, in realtà, non avevamo legami di sangue, ma di sincero affetto): pomeriggi passati a rincorrere galline, con la spensieratezza dei nostri anni, sgraffignando cioccolatini dalla cucina e, di tanto in tanto, leggendo fiabe e racconti mitici.
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